Prendersi cura della relazione
Coltivare la relazione con il proprio coniuge, curare la vita di coppia, è prendere sul serio un preciso dovere insito nella natura stessa del matrimonio e della vita familiare: quello di promuovere l’altro, di farlo crescere accogliendolo nella verità e nella tenerezza.
Questo perché la relazione sponsale, quella cioè che fa dei due un dono continuo e gratuito, rappresenta una forza primordiale in grado di alimentare l’amore vero, l’amore bello tra un uomo e una donna, quell'amore che nel tempo diventa sorgente di vita, di fecondità.
Tornare, allora, ad attingere continuamente a questa sorgente, rappresenta l’unica fonte in grado di rafforzare e sostenere l’amore tra i due, perché lo autoalimenta, lo sostiene e lo rafforza. Solo così avremo la possibilità di educare i nostri figli nella verità e nell'amore.
E mentre scrivo queste cose mi sembra di vedere un sorriso compiacente sul vostro volto come a dire: Ma tu non sai che la vita concreta è un’altra cosa!
Non possiamo però rassegnarci e gettare la spugna di fronte ad un impegno d’amore che domanda certamente una grande forza e una grazia speciale, ma possiamo attrezzarci perché lo sforzo generi un vero amore che supera l’egoismo, la comunione perdonante, la tenerezza.
Ascolto paziente ed empatico
E per attrezzarci dobbiamo partire dall'ascolto paziente e empatico dei bisogni dell’altro; ascoltare il linguaggio dei segni, più che quello delle parole, per prevenire il desiderio dell’altro e sorprenderlo con la nostra sollecitudine.
Quanto abbiamo bisogno di ricevere ogni tanto l’iniziativa del nostro sposo o della nostra sposa! Di sentirci destinatari privilegiati di un’azione preveniente, non richiesta ma, nel fondo, dolcemente desiderata. Ti fa sentire unico, originale, senza paragoni: in una parola sei il mio TU.
Abbiamo ancora bisogno di sentirci riconosciuti per quello che siamo, ascoltati nei nostri sentimenti, anche i più semplici, mai umiliati ma sempre rispettati. Accarezzati, come si accarezza un bambino. La carezza, per un bambino, è assaporare la certezza che vale la pena vivere e che nell'aprirsi alla vita c’è già qualcuno che ti sussurra: Tu puoi farcela, noi siamo con te.
E nella relazione di coppia è bello poterti rilassare in qualcuno, affidarti senza paura di essere giudicato, ma custodito nelle tue emozioni, nei tuoi dubbi come nelle tue fragilità.
E’ già così frustrante durante la giornata sfiorare ed essere sfiorati da migliaia di persone e sentire che pochi lasciano un’impronta dentro di te, che non possiamo lasciare che in casa il nostro partner ci sfiori invano senza provocare in noi sempre una nuova emozione, un cambiamento, una vibrazione di tutto il nostro essere. “Tu non mi sei indifferente. Tu sei Me”.
Occorre prenderci il tempo insieme, anche quando il tempo non c’è. Occorre affrontare il rischio della verità e della trasparenza vicendevole senza nascondere in cantina i nostri pregiudizi, i conti in sospeso. E’ solo mettendo luce nelle nostre relazioni che potremmo ri-innamorarci di nuovo e accarezzare il presente come il pegno più bello per il futuro.
Prendersi cura della nostra relazione farà brillare la buona notizia del matrimonio e sarà il servizio più alto che possiamo rendere a noi stessi, ai nostri figli e alla Chiesa.
Forse non abbiamo mai riflettuto a sufficienza quanto la cura della coppia sia un contributo unico e insostituibile alla missione di rendere sempre più umana la nostra società. E’ l’espressione più bella della “filantropia” di Dio.
Dice p. Luciano Cupia (Fondatore del centro La Famiglia di Roma): Il ministero della coppia e della famiglia è il ministero dell’affettività e della tenerezza. La famiglia è la sede della tenerezza. Dio è tenerezza profonda … un Dio che abbraccia, che non ha paura, che è tollerante, che si avvicina. E la famiglia ha questo compito: essere portatrice di tenerezza nei rapporti.
E se il virus è in circolazione, più forte è l’antidoto di migliaia di famiglie che ogni giorno, ricominciando la fatica del cammino, sospendono il respiro per sentire la Brezza di Dio Amore in loro e guardandosi negli occhi si ripetono l’uno all'altra: Tu dai senso alla mia vita.